Opinioni e stati d’animo dei marchigiani al tempo del coronavirus

Le Marche, e in particolare la provincia di Pesaro e Urbino dove Sigma Consulting ha la sua sede, sono sin dal principio dell’emergenza Covid-19 una delle aree italiane più colpite dalla diffusione del contagio. Siamo molto legati al nostro territorio e, pur alle prese con la gestione di questa nuova sfida aziendale, vogliamo dare un contributo.

Lo facciamo mettendo a disposizione il nostro lavoro, ascoltando cos’hanno da dire i nostri corregionali e analizzando sentimenti, preoccupazioni, stati emotivi e opinioni.

Abbiamo perciò deciso di condividere con voi un’edizione straordinaria del nostro Osservatorio Sociale sugli Orientamenti dei Marchigiani, giunto alla sua XXII edizione, col quale stiamo monitorando l’andamento del clima sociale in questi giorni così difficili. Pensiamo infatti che in momenti come questo sia fondamentale cogliere quali siano gli stati d’animo, le opinioni e le paure dei cittadini al diffondersi del contagio sul territorio.

Nella tag cloud qui riportata sono raccolte le parole e i concetti che i marchigiani associano al coronavirus.

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Da rilevazioni effettuate a ridosso dei diversi decreti, che hanno via via paralizzato il Paese e che si sono spalmati su un lungo periodo di isolamento per la maggior parte dei cittadini, è emerso che nel corso delle settimane il distanziamento sociale ha smussato la preoccupazione e la paura ma ha fatto aumentare il senso di attesa, stress e frustrazione. È aumentata, in compenso, anche la percentuale di chi si trova in un atteggiamento di speranza.

Indagando sull’oggetto della preoccupazione dei Marchigiani abbiamo rilevato una preponderanza per l’aspetto medico: la salute dei propri cari e in seguito quella personale sono in cima alla lista. Ecco le percentuali.

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Al secondo posto troviamo il lavoro e l’economia, pesantemente colpiti dall’emergenza. Il 55% dei Marchigiani si dichiara «molto» o «abbastanza» preoccupato per la propria occupazione e oltre il 90% per l’economia italiana nel complesso.

Misure restrittive e di protezione

Segue uno schema riassuntivo dell’opinione degli intervistati sull’efficacia delle misure restrittive adottate nei vari decreti. La soddisfazione risulta in aumento: l’entrata in vigore delle ultime misure restrittive (blocco totale delle aziende) soddisfa 7 cittadini su 10, mentre diminuiscono coloro che le ritengono insufficienti.

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Nella prossima immagine sono invece riportate le percentuali dei Marchigiani che stanno adottando le misure di protezione individuali suggerite dal Ministero della Sanità.

Nel giro di due settimane l’adozione delle misure di protezione contro il contagio cambia radicalmente. Esplode il numero di persone che utilizzano le mascherine ed è più che raddoppiato l’uso dei guanti; aumenta anche lo smartworking. Diminuiscono coloro che si lavano spesso le mani e chi cerca di tenersi a distanza dalle persone. Entrambi i dati sembrano dipendere da una maggior permanenza in casa.

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Ci siamo inoltre chiesti come i Marchigiani stessero affrontando l’emergenza nella loro vita quotidiana, soprattutto col protrarsi delle misure restrittive. Dalle interviste è emerso che più di prima si guarda la tv e si leggono libri (anche se questa attività sembra in calo nell’ultima settimana). 4 intervistati su 10 parlano di più con i familiari. Ora lo smartphone si usa molto di più per telefonare (non solo per i social e per chattare) e si fa attività fisica.

Quando finirà l’emergenza?

Le notizie non sempre incoraggianti che vengono diffuse dai principali organi di informazione lasciano pensare che non si possa sperare in una rapida risoluzione della pandemia. Per il 43% degli intervistati serviranno almeno 2 mesi e per il 38% non saranno sufficienti. Circa 2 intervistati su 10 auspicano una fine della crisi per il mese di Aprile, ma molti pensano che non si possa tornare alla normalità prima della fine di maggio.

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Un’ultima nota, in questo caso positiva, riguarda l’orgoglio marchigiano. Accomunati da questa situazione di crisi ed uniti nella sua risoluzione, tra gli intervistati sono aumentati il senso di unità e di appartenenza.

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