L'inverno demografico: dati e prospettive future

C'è crisi. Questa parola dal suono sinistro sembra riassumere alla perfezione il periodo storico che stiamo vivendo. Che si tratti di economia, clima, energia o politica, la parola crisi ci sta bene dappertutto. In quanto attenti osservatori della società che ci circonda, non possiamo non vedere l'ennesima crisi che si profila all'orizzonte. Lo scopo del parlarne? Di certo non è quello di fare allarmismo, ma come sempre quello di identificare il problema e anche le sue possibili soluzioni.

Cosa si intende per inverno demografico

Mentre si avvicina a grandi passi un inverno (climatico) che sembra preannunciare una lunga lista di sfide e problemi da risolvere, c'è un altro inverno che ci darà presto più di un grattacapo: quello demografico. Per inverno demografico si intende il progressivo invecchiamento della popolazione, dovuto ovviamente ad un drastico calo della natalità per un lungo periodo di tempo.

Se quella del calo demografico sembra una notizia già vecchia e abbiamo smesso di stupircene, diamo un'occhiata ale previsioni demografiche dell'Istat aggiornate al 2021.

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Cosa dicono i dati Istat

Il Report Previsioni della popolazione residente e delle famiglie pubblicato dall'Istat lo scorso 22 settembre (puoi consultarlo qui) non lascia spazio a molti dubbi: la popolazione italiana sta diminuendo e invecchiando velocemente.

"Le nuove previsioni sul futuro demografico del Paese, aggiornate al 2021, confermano la presenza di un potenziale quadro di crisi. La popolazione residente è in decrescita: da 59,2 milioni al 1° gennaio 2021 a 57,9 mln nel 2030, a 54,2 mln nel 2050 fino a 47,7 mln nel 2070. Il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) passerà da circa tre a due nel 2021 a circa uno a uno nel 2050. Sul territorio entro 10 anni in quattro Comuni su cinque è atteso un calo di popolazione, in nove su 10 nel caso di Comuni di zone rurali. In crescita le famiglie ma con un numero medio di componenti sempre più piccolo. Meno coppie con figli, più coppie senza: entro il 2041 una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non ne avrà."

Per riassumere le previsioni dell'Istat:

  • La popolazione italiana sta calando progressivamente;
  • la popolazione over 65 rappresenta al momento il 23,5% di quella totale e sembra destinata a salire fino a un massimo del 36,7%, con un inevitabile impatto sulle politiche di protezione sociale;
  • nei prossimi vent'anni si formeranno circa un milione di famiglie in più, ma con un numero di membri mediamente più piccolo. I nuovi nuclei scenderanno da una dimensione media di 3 componenti a 2,8;
  • entro il 2040 si prevede che ci saranno 10 milioni di persone sole in più rispetto ad oggi. Le cause? Una prolungata speranza di vita, il calo della natalità e l'aumento dell'instabilità coniugale;
  • sono sempre meno (e continueranno a diminuire nei prossimi vent'anni) le coppie con figli.

I flussi migratori possono risolvere la situazione?

Molto spesso si è parlato dei migranti come di una risorsa per il nostro Paese, sotto moltissimi punti di vista ma soprattutto sotto il profilo demografico. Ma l'Istat frena anche questi entusiasmi: "Alla luce delle ipotesi condotte, i flussi migratori non potranno controbilanciare il segno negativo della dinamica naturale. Nondimeno, essi si mostrano comunque contraddistinti da incertezza profonda, essendo svariati i fattori che possono dare adito a scenari diversificati. Per restare a quanto avvenuto negli ultimi anni, basti pensare alla drastica riduzione delle migrazioni dettata dalla pandemia nel 2020, alla successiva ripresa economica avviata nel 2021 che ha agito da leva naturale per il richiamo degli immigrati nel Paese, al clima di fiducia generato dalle prospettive sul PNRR e, infine, alle attuali incertezze dettate dalla crisi bellica e da quella energetica sul piano internazionale."

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Quali sono le possibili soluzioni?

Risolvere il problema della crisi demografica italiana (ed europea) in due righe è praticamente impossibile. Come è impossile pensare di risolverla nel corso di un mandato politico o anche solo di una generazione. La soluzione di questo problema, che va avanti ormai da anni, è da inserire in un piano a lungo, o meglio lunghissimo termine.

Ecco, a conclusione del discorso sulla crisi demografica, alcune tra le possibili soluzioni al calo demografico:

  1. azioni specifiche per la valorizzazione e la creazione di posti di lavoro in zone (specialmente rurali) maggiormente colpite da crisi demografica e spopolamento;
  2. misure concrete a sostegno della natalità e ampliamento dei sussidi per i genitori;
  3. equità intergenerazionale nella spesa in programmi di welfare per anziani e in politiche familiari e scolastiche.

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