Transizione ecologica e digitale (parte 1): non si può più rimanere indietro

Michela Morelli

Spoiler: chi non ha mai sentito parlare né di transizione ecologica né di transizione digitale si troverà molto presto (o si trova già) a fronteggiare una mole di problemi destinata ad aumentare in maniera esponenziale nei prossimi anni. Viviamo in un'epoca di enormi transizioni, nel bene e nel male. Tra i tanti cambiamenti che stanno investendo senza tregua il mondo dell'economia, del lavoro e della società più in generale, quello ecologico e quello digitale giocano sicuramente un ruolo da protagonisti. Ma cosa significa davvero restare al passo con la transizione ecologica e la transizione digitale, e soprattutto cosa significa questo per le piccole e medie imprese?

Cosa si intende per transizione ecologica e digitale e chi riguarda?

Rispondere alla seconda domanda è sicuramente più facile e immediato che rispondere alla prima: la transizione ecologica e la transizione digitale, infatti, riguardano praticamente tutti. Non esistono, nel momento in cui scriviamo, gruppi sociali o categorie aziendali che si possano considerare immuni ai cambiamenti ecologici e digitali.

Ma cosa si intende per transizione e perché l'ecologia e il digitale vengono spesso associati, pur avendo apparentemente ben poco in comune? Il momento storico in cui si è parlato in modo più massiccio di transizione verde e digitale è stato quello subito successivo alla fase acuta della pandemia da Covid-19. La ripresa, la ripartenza e la riaccensione dei motori, spesso anche letterale, di economia e vita sociale, hanno puntato i riflettori su due grandissimi problemi che non potevano più essere ignorati: quello della crisi ambientale e la necessità di sfruttare le nuove tecnologie per agevolare lo sviluppo economico attraverso il superamento dei divari territoriali.

La transizione ecologica, a questo proposito, può essere definita il processo di innovazione tecnologica e rivoluzione ambientale volto a favorire l’economia e lo sviluppo nel rispetto dell’ambiente e della sua sostenibilità.

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La transizione digitale, invece, è il processo attraverso il quale si sfruttano le nuove tecnologie, appunto digitali, per velocizzare e snellire processi, per raccogliere ed analizzare in maniera più efficiente i dati e per renderli più accessibili e trasparenti.

Il motivo per cui queste transizioni vengono spesso messe in rapporto tra loro è che entrambe prevedono, prima delle azioni pratiche, un vero e proprio cambio di paradigma. Affrontare un percorso di transizione sotto due aspetti fondamentali come quello delle risorse da utilizzare e quello di processi e tecnologie da adoperare sarebbe impensabile senza una revisione radicale delle azioni alla base dell'impresa e un ripensamento delle proprie strategie.

Transizione ecologica: le azioni concrete

Gli effetti del cambiamento climatico sono sotto i nostri occhi, ogni giorno più evidenti e invasivi, praticamente impossibili da ignorare. Le risorse a disposizione si fanno sempre più scarse e la recente crisi internazionale causata dal conflitto tra Russia e Ucraina ha reso ancora più lampante, in maniera drammatica, quanto tutti siamo interconnessi e quanto l'instabilità di una sola pedina della scacchiera geopolitica possa creare una paralisi immediata a livello di economia internazionale.

Tutte le imprese, anche quelle piccole e medie, sono in qualche modo toccate dagli effetti di questa crisi ambientale e di risorse. Un problema la cui risoluzione non può più essere posticipata. Secondo un'indagine promossa dal Consiglio Nazionale della Green Economy e presentata agli Stati Generali della Green Economy a Rimini a novembre dello scorso anno, l'83% delle imprese italiane ritiene necessario intraprendere il percorso della transizione ecologica e il 62% vede questa transizione come un'opportunità strategica.

I tempi sono quindi maturi, ma quali le azioni da mettere in campo per dare il proprio contributo alla difficile risoluzione (o perlomeno al rallentamento) della crisi climatica e soprattutto per minimizzare gli effetti economici sulla propria attività e sfruttare al massimo le risorse a disposizione?

  1. Efficientamento energetico delle strutture: è la prima azione da intraprendere per ottimizzare le risorse a disposizione, avere un vantaggio economico immediato e rendere le aziende meno vulnerabili in questo scenario di instabilità economica ed energetica;
  2. Strategie di economia circolare: come riportato da Impresa Progetto, "la Commissione Europea ha recentemente emanato il Secondo Piano di Azione sull’economia circolare, in cui si intensifica l’impegno della Commissione per trasformare i rifiuti in risorse, facendo sì che i beni siano progettati per durare più a lungo, essere più facili da riutilizzare, riparare e riciclare e incorporare il più possibile materiale riciclato anziché materia prima primaria."

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  1. La terza azione è legata a doppio filo al concetto di transizione digitale, e riguarda una categoria di rifiuti non a caso definiti invisibili: i rifiuti digitali. L'Università di Torino, a questo proposito, ha avviato una "campagna di sensibilizzazione e call to action per una pulizia digitale, rivolta alla comunità universitaria, organizzata dal Green Office UniToGO. L’emergenza del Covid-19 ha portato sia ad un massiccio passaggio al digitale che a un diretto impatto ambientale, basando la trasmissione di dati su un’infrastruttura fisica che porta con sé un’impronta ecologica legata al suo utilizzo." Eliminare i file inutili, che potremmo definire spazzatura digitale, vuol dire dunque mantenere i dispositivi "in salute" e renderli più longevi, riducendo di fatto la loro impronta di carbonio nell'ambiente.

Transizione digitale: le buone pratiche

Di cambiamenti nel campo del digitale si è parlato abbondantemente negli ultimi tre anni, anche in questo blog. Quando si tratta il tema della rivoluzione nel mondo del lavoro post-Covid, la prima parola che ci viene in mente è smartworking. Croce e delizia delle aziende, lo smartworking è stato un limite per moltissime imprese e un'incredibile opportunità per altre, che lo hanno sfruttato a proprio vantaggio.

Nell'ottica di uno snellimento dei processi e di un aumento di produttività ed efficienza aziendali, ci sono altre azioni pratiche che possono essere messe in campo per restare realmente al passo con la transizione digitale ormai ampiamente in atto:

  1. Utilizzo di Intelligenza Artificiale e Robotica per la massimizzazione delle prestazioni e la velocizzazione dei processi, soprattutto quelli che si possono automatizzare senza intaccare la qualità del servizio e che non richiedono strettamente l'intervento della creatività umana;
  2. eliminazione, tutte le volte in cui questo è possibile, della documentazione cartacea. Come anticipato al riguardo della transizione ecologica, i documenti cartacei non devono essere semplicemente digitalizzati in blocco, ma la produzione di file deve essere snellita e ridotta allo stretto necessario, perché la spazzatura cartacea non diventi spazzatura digitale;
  3. monitoraggio non solo dei dati ma anche dei processi. La raccolta dei dati relativi ai processi aziendali permette infatti un loro continuo miglioramento;

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  1. miglioramento della comunicazione all'interno e all'esterno dell'azienda: comunicazioni più veloci e più digitali snelliscono le procedure, migliorando la produttività, e riducono la necessità di lavorare in presenza, aiutando a superare i divari territoriali sopra citati.

Quelle che abbiamo appena elencato sono solo alcune delle innumerevoli possibili azioni da intraprendere per non restare indietro sul tema della transizione ecologica e digitale, che come abbiamo visto sono legate l'una all'altra più di quanto il loro nome possa suggerire.


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