Nomadi digitali: da oggi il mio capo sono io!

Fino a qualche anno fa l’obiettivo dei giovani laureati era trovare un posto fisso e sistemarsi per la vita. Insieme ai vari step della carriera lavorativa arrivavano progetti importanti come una famiglia, una casa da acquistare e dei figli. Oggi le cose sembrano radicalmente cambiate, complici le crisi che hanno ridisegnato l’economia globale.

Quello del posto fisso, soprattutto in Italia, diventa un concetto sempre più raro ed evanescente. Il mondo del lavoro richiede ai neolaureati un bagaglio di conoscenze variegato e al tempo stesso molto specializzato, in alcuni casi una vera e propria contraddizione in termini. A quanto pare bisogna saper fare un po’ di tutto, ma bisogna anche saperlo fare ad un livello professionale dagli standard elevatissimi. I giovani studenti nella maggior parte dei casi hanno assecondato la tendenza, mostrando grandi capacità di adattamento alle richieste del mercato anche di fronte a riconoscimenti economici non sempre ottimali e vedendosi dare, in cambio, misere paghe.

Questo ed altri fattori hanno contribuito alla nascita di una nuova tribù, in continua espansione: quella dei nomadi digitali.

Chi sono e che lavoro fanno

I nomadi digitali sono giovani professionisti che hanno messo in piedi imprese interamente digitali. Cosa vendono? Corsi online, strategie, terapie, videocorsi, libri, anche semplicemente idee. E lo fanno con i nuovi strumenti a disposizione, sfruttando da veri esperti i social network e le piattaforme digitali. Un nomade digitale ha bisogno, per lavorare, di un computer e di una connessione Internet. In molti casi basta anche solo la connessione, tante sono le funzionalità aggiunte dei moderni smartphone.

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http://www.nomadidigitali.it/

Agli occhi dei lavoratori “tradizionali” il nomade digitale potrebbe sembrare una persona perennemente in vacanza. Non è raro che questi imprenditori postino sui social network fotografie in cui lavorano da pc ultramoderni comodamente adagiati su rami che sfiorano spiagge bianchissime. Altri digitano perle di marketing dai piani alti di palazzi da sogno, affacciati su un panorama di luci da capogiro. Sono dunque fannulloni che hanno scelto una scorciatoia per vivere in vacanza? Tutt’altro. La giornata tipo di un nomade digitale non è spensierata ed avventurosa come potrebbe sembrare ad uno sguardo distratto.

Lavorare da remoto ed essere il capo di se stessi non è tutto rose e fiori: richiede una dose di autodisciplina che ben pochi di noi potrebbero vantare. Non avere orari da rispettare non significa non avere scadenze e non dover rendere conto a nessuno. La quantità e qualità di lavoro svolto incidono direttamente sulle performance e sui risultati ottenuti, banalmente chi non lavora non mangia.

Come si inizia?

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Spesso chi si avvicina a questo stile di vita commette un grave errore cominciando dalla fine. Chi parte dal presupposto di voler trovare un impiego che gli permetta di lavorare da casa salta un’importantissima fase. La prima cosa da fare è chiedersi se si ha qualcosa da offrire ai propri potenziali clienti e come questo qualcosa potrà incontrarsi con le domande del mercato.

Quali sono i tuoi obiettivi professionali? Quali sono le competenze che puoi mettere al servizio dei tuoi futuri clienti? E soprattutto: esiste un mercato in cui le persone stanno attivamente cercando le cose che puoi proporre? Queste sono le prime domande che bisognerebbe porsi, come suggerisce Alberto Mattei nella sezione News del suo nomadidigitali.it

Che lavoro fanno i nomadi digitali?

I servizi che possono essere offerti grazie all’intermediazione della Rete sono potenzialmente infiniti. Un imprenditore digitale coglie ogni occasione che gli si presenti e, quando non la trova, la inventa. Dall’insegnante di yoga al travel storyteller, dal fotografo al coach motivazionale, dallo scrittore al food blogger, le possibilità sono davvero ovunque.

Alice Bush, fondatrice insieme al marito Michael Carbone di Italo Digitali, è un perfetto esempio di nomade digitale. Imprenditrice di successo e fondatrice di diverse startup nate in Thailandia, in Italia e infine in Canada, Alice non dimentica mai il duro lavoro e la disciplina necessari per raggiungere ambiziosi obiettivi di business.

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Nei podcast e nei contenuti che la coppia pubblica sui social e sul suo sito è riservata sempre una particolare attenzione al valore che l’imprenditore digitale deve garantire ai suoi clienti. Chi sogna di lavorare qualche ora al giorno da una spiaggia immacolata, insomma, non troverà conforto nelle parole degli italo-canadesi che amano parlare chiaro:

“Questa è la verità:

  • creare un business digitale è difficile.Se ti aspetti di lavorare 4 ore a settimana con il portatile sull’amaca ti sbagli di grosso. Ma se hai voglia di impegnarti, le ricompense e le soddisfazioni che otterrai ti stupiranno.
  • Se ti stai focalizzando solo sui grandi numeri: smetti subito. Solo una piccolissima percentuale di persone riesce a far crescere un profilo social a sufficienza per guadagnare dalle sponsorizzazioni e riuscire a vivere una vita normale. I tuoi profili social non sono il tuo business, ne sono solo una parte. Se stai focalizzando i tuoi sforzi al 100% sui social media, sei destinato a fallire. (Fidati: abbiamo più di 50.000 followers sui nostri profili social e non sono il nostro principale focus. Anzi.)
  • Se non hai un prodotto o un servizio da vendere, e vuoi creare un blog dove condividere i tuoi pensieri e la tua vita quotidiana, il tuo non è un business, ma un hobby. “

E a te piacerebbe lavorare da casa e poter viaggiare monetizzando le tue competenze? Dicci la tua nei commenti.


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