Il 98% dei nuovi disoccupati è donna: ecco perché il problema non è il Covid

È stato l'Istat, qualche giorno fa, a diffondere il dato allarmante: dicembre 2020 è stato un mese tragico per l'occupazione. A perdere il lavoro sono stati in 101.000. Ad aggravare il dato, estremamente negativo di per sé, è il fatto che il 98% dei nuovi disoccupati sia costituito da donne.

Il Covid e il dibattito sulla parità di genere

La pandemia, più che crearlo, ha evidenziato un problema di parità di genere che in Italia è tutt'altro che superato. Ne abbiamo parlato anche noi in un articolo (lo trovi qui) alla metà dell'anno scorso.

La direttrice del settimanale Grazia, Silvia Grilli, aveva fatto sentire la propria voce sull'argomento, temendo che la pandemia rappresentasse un pericoloso passo indietro sulla via della conquista della reale parità di genere. "Diciamolo subito: le donne non sono angeli. Ci hanno dipinto così nella rappresentazione figurativa della quarantena. Angeli del focolare, mentre teniamo in piedi le famiglie; angeli negli ospedali dove siamo l’80 percento della forza sanitaria; angeli nei supermercati, dove abbiamo continuato a essere la maggioranza del personale lavorativo. E mentre i cosiddetti “angeli” si davano da fare indefessamente con il loro lavoro fuori casa o a distanza, con i figli, i coniugi, i genitori anziani sacrificando se stesse, le commissioni governative composte da uomini si dimenticavano di noi.”

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I nuovi dati sulla disoccupazione

Il dato sopra evidenziato, secondo il quale il 98% dei nuovi disoccupati di dicembre è donna, non fa che confermare un trend negativo riscontrabile su tutto il 2020. Nell'anno della pandemia, che ha visto scendere gli occupati di 444.000, il 70% dei disoccupati era costituito da donne.

Luigi Mastrodonato, di Wired, ha provato a dare una spiegazione al fenomeno. "La pandemia sta agendo in un contesto, italiano e globale, dove le disparità di genere nel mondo del lavoro erano una criticità già prima dell’emergenza sanitaria. [...] Il motivo per cui il crollo occupazionale nell’Italia messa in ginocchio dalla pandemia è un affare soprattutto femminile ha a che fare con la natura del lavoro stesso. Le donne sono impiegate soprattutto nei settori che più di tutti stanno vivendo la crisi, come quello dei servizi e quello domestico, spesso con contratti che danno poca sicurezza e stabilità, come il part-time. Per questo oggi sono le prime vittime sacrificali dei datori di lavoro, un fenomeno a cui nemmeno il blocco dei licenziamenti è riuscito a mettere un freno."


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